Ieri, grazie ad un invito della Presidente Simonetta Pozzi ho potuto prendere parte ad un incontro dell’Associazione Italiana Formatori, Sezione Piemonte e Valle d’Aosta, tenuto da un simpaticissimo e preparatissimo Davide Franzino ed incentrato sull’utilizzo del gioco nell’apprendimento.

Mi era già capitato, svariate volte, di applicare o veder applicate attività ludiche alla formazione (e le ritengo potenti occasioni di apprendimento), ma questa occasione mi ha dato modo di rispolverare l’argomento e quindi, appena tornata a casa, ho subito voluto approfondirlo!

Certo, riflettendo sul contesto aziendale attuale, sempre più dinamico e competitivo, sicuramente l’efficacia della formazione dei dipendenti è cruciale per migliorare le performance e stimolare l’innovazione. Ed oggi, più che in passato, una delle metodologie secondo me più efficaci è proprio il Game-Based Learning (GBL), ovvero l’utilizzo del gioco come strumento di apprendimento, da integrare in sessioni di formazione dedicate alle soft skills o competenze trasversali, come la comunicazione, la fiducia e la leadership, etc… . Il gioco viene quindi inteso non solo come attività ricreativa, ma anche come un mezzo per migliorare l’engagement e la partecipazione nella formazione aziendale per adulti.

Ma cos’è il Game-Based Learning?

E’ una metodologia, ormai ampliamente sperimentata, che si basa sull’integrazione di elementi ludici nei percorsi di formazione per adulti. Attraverso la creazione di scenari interattivi e simulazioni, i dipendenti possono acquisire competenze chiave in un ambiente sicuro e stimolante. La teoria alla base del GBL affonda le sue radici nel costruttivismo, una corrente psicologica che sostiene che l’apprendimento avviene in modo più efficace quando i partecipanti possono sperimentare attivamente.

Jean Piaget e Lev Vygotsky, figure centrali nella psicologia dell’apprendimento, hanno dimostrato che l’esperienza diretta e la collaborazione sociale sono fondamentali per l’acquisizione di nuove competenze. Il GBL applica questi principi, permettendo agli adulti di imparare attraverso il fare, migliorando la loro capacità di problem-solving e la collaborazione all’interno dei team (ma non solo!).

L’utilizzo del gioco come strumento formativo ha, in realtà, una lunga storia che risale all’antichità. I greci e i romani utilizzavano giochi di strategia per addestrare soldati e trasmettere abilità tattiche. Tuttavia, è durante il XX secolo che il gioco diventa una componente essenziale della formazione. Durante la Seconda Guerra Mondiale, le simulazioni strategiche venivano impiegate per la formazione militare, e da lì il concetto si è esteso anche alla formazione manageriale e aziendale.

Negli ultimi decenni, con l’avvento delle tecnologie digitali, il Game-Based Learning ha conosciuto una vera e propria rivoluzione. Le simulazioni digitali e i serious games permettono di creare ambienti immersivi che riproducono situazioni aziendali complesse, offrendo ai dipendenti la possibilità di sperimentare scenari lavorativi reali in un contesto virtuale e sicuro… ma di questo ne parleremo un’altra volta!

Quali sono i vantaggi che questo tipo di formazione apporta?

In primo luogo, il gioco rende la formazione più coinvolgente. I partecipanti si sentono maggiormente motivati a partecipare e a portare a termine i compiti formativi: questo coinvolgimento attivo favorisce una maggiore comprensione e memorizzazione dei concetti appresi.

Inoltre, il gioco permette ai dipendenti di sviluppare competenze trasversali, come la leadership, la comunicazione e la capacità di lavorare in team. Attraverso simulazioni e giochi di ruolo, i partecipanti possono mettere in pratica competenze manageriali e di problem-solving, affrontando sfide che richiedono collaborazione e pensiero critico.

Un altro aspetto positivo è la possibilità di personalizzare i percorsi formativi. Le dinamiche tipiche dei giochi, come l’aumento progressivo della difficoltà, consentono ai formatori di adattare l’esperienza di apprendimento alle esigenze specifiche di ogni gruppo di partecipanti, migliorando così l’efficacia complessiva della formazione.

Volendo approfondire il GBL, scoprirete che si basa su principi teorici e pedagogici. Al centro di questo approccio ci sono teorie come il costruttivismo, che promuove l’apprendimento attraverso l’esperienza, e la teoria del flusso di Csíkszentmihályi, che sostiene che le persone imparano meglio quando sono immerse in attività che bilanciano sfida ed abilità. Il GBL sfrutta la motivazione intrinseca, stimolata dai meccanismi ludici come feedback immediato, livelli di sfida personalizzati e ricompense, mantenendo alta la motivazione dei partecipanti.

L’apprendimento attivo e collaborativo è un altro pilastro fondamentale del GBL: i partecipanti sono chiamati a risolvere problemi e prendere decisioni, favorendo un coinvolgimento diretto. Inoltre, il gioco crea un ambiente sicuro in cui i partecipanti possono sperimentare e commettere errori senza gravi conseguenze, permettendo loro di imparare da queste esperienze. Grazie alla flessibilità del GBL, è possibile personalizzare i percorsi di apprendimento in base alle esigenze individuali, offrendo esperienze formative adattabili a diversi livelli di competenza.

Infine, il GBL facilita la valutazione continua dell’apprendimento, attraverso feedback e monitoraggio delle prestazioni in tempo reale, garantendo un processo di apprendimento progressivo e mirato allo sviluppo di competenze specifiche.

Perché ritengo importante introdurre attività ludiche all’interno della formazione aziendale?

Perché con l’evoluzione continua del mondo del lavoro, le aziende devono trovare modi innovativi per formare i propri dipendenti ed il gioco non solo facilita l’apprendimento, ma promuove anche un approccio più dinamico e interattivo alla formazione.

Sono convinta che incorporare il gioco nei programmi formativi aziendali significa migliorare l’efficacia delle sessioni di apprendimento e offrire ai dipendenti un’esperienza formativa coinvolgente e gratificante.

L’argomento vi ha appassionato? Continuerò a parlarne approfondendo la mia ricerca sul concetto di “serious games” e le metodologie educative che nascondono!