il futuro del lavoro è inclusivo: valorizzare le soft skills nel mondo post-AI

“The future of Work” è stato il tema su cui l’ILO ha sviluppato i lavori per le celebrazioni del proprio centenario nel 2019. Ancora oggi quando sento o leggo articoli su questo argomento mi si accende una lampadina e non riesco a non farmi prendere dalla discussione!

Quando poi, come nel caso del libro di Silvia Zanella, leggo che “Il futuro del lavoro è femmina“, e vedo quindi congiunti due temi a me cari (lavoro e femminile) non riesco proprio a non entusiasmarmi!

E così mi sono fatta prestare il libro dall’amica che lo aveva acquistato…

Oggi, l’evoluzione del mondo del lavoro è al centro di un dibattito sempre più attuale, così come le questioni di genere. Nel caso del libro di Silvia Zanella non si tratta, però, semplicemente di una rivendicazione di genere, né di un’affermazione femminista, ma di un cambio di paradigma nel mondo del lavoro. Un cambio che personalmente ritengo fondamentale per riportare al centro delle politiche del lavoro il “capitale umano”.

L’espressione “femmina” si riferisce a un nuovo modo di intendere il lavoro, centrato su quelle competenze considerate storicamente “femminili” come empatia, collaborazione, adattabilità e capacità di gestione delle relazioni. Queste soft skills, difficilmente replicabili dall’automazione o dall’intelligenza artificiale, stanno diventando sempre più preziose in un mondo lavorativo in rapida evoluzione.

La pandemia ha accelerato questa trasformazione, mettendo in luce l’importanza di modelli di leadership più inclusivi e flessibili, distanti dalle tradizionali strutture gerarchiche maschili basate sul “command and control”.

Ma l’avvento dell’AI aiuterà questo concetto a rafforzarsi o a perdere la propria potenzialità?

In realtà l’avvento dell’intelligenza artificiale (AI) sembra rafforzare il concetto che “il futuro del lavoro è femmina”. Le competenze soft, come l’empatia, la capacità di comunicare e la gestione delle relazioni interpersonali, sono elementi chiave del lavoro del futuro che l’AI non può replicare. Gli algoritmi, con cui, ammetto, non ho un buon rapporto, possono automatizzare mansioni tecniche e ripetitive, ma le cosiddette competenze relazionali rimangono difficilmente imitabili dalle macchine.

Anche negli ambienti lavorativi sono sempre più apprezzate le capacità definite “femminili” quali ascolto, comprensione e leadership gentile che richiedono flessibilità e collaborazione. Infatti, man mano che l’AI si occupa di funzioni operative e di calcolo, le persone dovranno concentrarsi su compiti che richiedono creatività, pensiero critico e intelligenza emotivo. Inoltre, l’inclusività e la diversità, concetti legati a questo nuovo approccio al lavoro, sono essenziali per promuovere l’innovazione. Studi accademici dimostrano che team diversificati tendono a essere più innovativi, e l’AI potrà supportare questa trasformazione rendendo i processi più efficienti, ma non sostituirà mai la componente umana necessaria per gestire contesti complessi e mutevoli, utilizzando quelle skills che anni fa si definivano trasversali. Quindi mi sembra evidente che, anziché ridurre il valore di queste competenze, l’introduzione dell’AI ne amplificherà l’importanza, rendendo fondamentale un approccio bilanciato tra tecnologia e umanità, dove le soft skills saranno il vero fattore distintivo.

Ma come si relazionano i “maschi” con le soft skills?

Storicamente il fordismo evidenziava delle competenze definite tipicamente maschili che includevano la forza fisica per eseguire compiti ripetitivi, la precisione e velocità nell’esecuzione, la disciplina nell’aderire alla gerarchia, la specializzazione tecnica per l’uso dei macchinari e la resistenza allo stress. Tutte capacità che riflettevano un’epoca in cui il lavoro manuale e tecnico era largamente dominato dagli uomini, mentre le donne erano spesso escluse o relegate a ruoli domestici o di assistenza.

Oggi, anche se le soft skills sono spesso associate a qualità “femminili”, molti uomini stanno lavorando per acquisire e valorizzare queste competenze. La crescente rilevanza delle soft skills nel mondo del lavoro non esclude i “maschi”, ma piuttosto li invita a evolvere e adattarsi a un ambiente che premia l’intelligenza emotiva, la leadership inclusiva e la collaborazione.

Oggi questi valori “maschili” tradizionali, come la competitività e l’autorità gerarchica, sono messi in discussione in un mondo lavorativo sempre più collaborativo e decentralizzato. In tal senso alcuni studi evidenziano che i leader più efficaci possiedono un mix di competenze tecniche e relazionali e molti uomini stanno cercando di formarsi per adottando queste qualità e migliorare la propria leadership, adattandosi alle nuove esigenze del mercato.

In realtà è importante sottolineare che le soft skills non sono una prerogativa esclusivamente femminile, ma competenze umane che possono essere sviluppate indipendentemente dal genere. Percorsi di formazione, coaching e una maggiore consapevolezza della loro importanza strategica per il successo professionale e personale possono essere d’aiuto a molti uomini per imparare a coltivare queste abilità. In particolare, intelligenza emotiva, empatia e gestione delle relazioni sono diventate competenze cruciali per uomini (e donne) che aspirano a ruoli di leadership inclusiva e gestione di team diversificati.

La cultura del lavoro del futuro, secondo Zanella, richiederà un approccio più “femminile”, capace di affrontare le complessità e le incertezze globali. Aziende e organizzazioni dovranno abbracciare valori come l’inclusività e la diversità, che si sono dimostrati fondamentali per l’innovazione e il successo in scenari incerti. Nonostante ciò, è importante sottolineare che questo cambiamento culturale non riguarda solo le donne, ma tutti coloro che desiderano costruire un ambiente lavorativo più equilibrato e collaborativo. Il titolo del libro, dunque, appare come una provocazione per stimolare una riflessione su come i valori tradizionalmente associati al femminile possano ridefinire il lavoro del futuro, rendendolo più sostenibile e umano. In sintesi, mentre le soft skills sono spesso associate al “femminile”, i “maschi” possono sviluppare e applicare queste capacità con uguale efficacia, contribuendo a un ambiente lavorativo più equilibrato e innovativo. Le aziende che favoriscono lo sviluppo delle soft skills tra i propri dipendenti, indipendentemente dal genere, si preparano a un futuro più resiliente e inclusivo..

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