
In questi giorni ho scoperto che, quando si parla di economia, ci sono molti modi per classificare i diversi approcci. Uno dei modi utilizzati, che al momento appare di gran moda, è codificarli in base ai colori. Nonostante il tema, ad una prima analisi ed ad un occhio poco esperto, appaia un po’ leggero, il settore di ricerca che si occupa di tale codifica lo fa in modo accademico, serio e preciso.
Naturalmente, per interesse personale, mi sono soffermata sui colori che si riferiscono ai settori maggiormente coinvolti nella realizzazione degli SDG, che ho scoperto essere: le economie blu, verde, oro e viola, oltre all’economia bianca.
Scopriamo, insieme, qualcosa di più a riguardo!
La blue economy – L’economia blu, o economia marina, è essenziale per il nostro benessere finanziario, biologico, culturale, planetario e spirituale. Essa si concentra sulla conservazione delle risorse limitate dei nostri oceani e corsi d’acqua, includendo settori come le biotecnologie, la pesca e l’acquacoltura. L’obiettivo dell’economia blu è gestire le risorse marine attraverso pratiche sostenibili e la rigenerazione, eliminando l’inquinamento e riciclando i rifiuti marini.
Questa economia promuove la pulizia e la salute degli oceani, delle coste e degli ecosistemi acquatici, che coprono oltre il 70% della superficie terrestre e sono vitali per il benessere globale grazie alla loro biodiversità e alle risorse alimentari e minerali. Tuttavia, l’economia blu è minacciata da inquinamento, riscaldamento globale e acidificazione. Essa sostiene la pesca commerciale sostenibile, il turismo, la ricreazione e lo sviluppo di energie rinnovabili offshore. La vera ricchezza dell’economia blu non è solo finanziaria, ma risiede nella salute degli ecosistemi marini.
La green economy – L’economia verde mira a riparare i danni causati dalla brown economy (quella che invece si concentra su una crescita economica che dipende in larga misura da forme di attività distruttive per l’ambiente), sostenendo il benessere economico, ambientale e sociale, aumentando il PIL e riducendo la povertà. Secondo l’ONU, l’economia verde rappresenta un nuovo paradigma di crescita economica rispettoso degli ecosistemi ed è potenzialmente capace di ridurre la povertà. Questo modello economico promuove l’efficienza, elimina l’inquinamento e incoraggia il riciclaggio dei rifiuti.
L’UNEP definisce l’economia verde come un’economia che migliora il benessere umano e l’equità sociale, riducendo significativamente i rischi ambientali e le carenze ecologiche. Questo è in linea con i tre pilastri dello sviluppo sostenibile: economico, sociale e ambientale. L’economia verde minimizza l’inquinamento e il consumo di risorse, e si concentra sul riciclaggio dei rifiuti per ridurre i costi ambientali.
Questo modello economico integra questioni economiche, ambientali e sociali, migliorando la qualità della vita sulla Terra. Si basa su tecnologie pulite e innovative che ottimizzano l’uso delle risorse limitate. La collaborazione e l’approccio integrato alla soluzione dei problemi sistemici sono fondamentali. Milioni di persone lavorano nell’economia verde, specialmente nei settori dell’energia rinnovabile, e si prevede una crescita esponenziale dei posti di lavoro in questo ambito.
La gold economy – L’economia oro (nota anche come economia del sole) affronta la questione energetica. In particolare, affronta gli impatti distruttivi della brown economy (vedi sopra) sostituendo i combustibili fossili con fonti di energia rinnovabili (energia eolica, solare, idroelettrica, geotermica, mare-motrice, ecc.). Insieme alle economie verde e blu, la golden economy affronta efficacemente le sfide sociali e ambientali che ci troviamo ad affrontare ogni giorno.
La purple economy – L’economia viola è un approccio multidisciplinare che affronta questioni sociali chiave per migliorare la qualità della vita di tutti. Include attività e servizi essenziali come l’istruzione, l’assistenza sanitaria e l’emancipazione femminile, sostenendo gli interessi di gruppi vulnerabili come bambini, anziani e persone con disabilità.
Questo tipo di economia considera le realtà culturali e supporta il capitale umano, promuovendo uno sviluppo sostenibile che enfatizza la diversità e il bene culturale. Si concentra su diritti fondamentali come il congedo di maternità, l’equilibrio tra vita privata e lavoro, la flessibilità lavorativa, la giusta retribuzione e il superamento del divario retributivo di genere. L’economia viola propone di abbandonare le misure tradizionali di ricchezza, come la crescita e il PIL, in favore di indicatori che riflettono i mezzi di sussistenza e il benessere sociale.
La white economy – L’economia bianca si riferisce all’industria della salute e include una vasta gamma di settori. Comprende ospedali, industria farmaceutica, forniture mediche e attrezzature diagnostiche e biomediche. Questa economia coinvolge lavoratori con diversi gradi di specializzazione, tra cui medici, infermieri, specializzandi e altri operatori sanitari. Include anche persone che forniscono assistenza alla persona e lavoratori nei servizi sanitari e assistenziali. In questo gruppo rientrano anche i malati, le persone con disabilità e gli anziani. L’economia bianca è ampia e inclusiva, poiché tutti, a un certo punto della loro vita, usufruiscono di qualche tipo di servizio sanitario.
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