Le sfide psicologiche del pensionamento

In questi giorni di transizione tra l’attività lavorativa e le vacanze ho voluto dedicare buona parte della mia giornata alle ricerche e letture… insomma, tutte quelle attività che normalmente in periodi di pieno lavoro si posticipano dicendo “Poi lo farò”.

In questi miei vagabondare sui siti web mi sono imbattuta in un articolo dell’Harward Business Review, scritto dalla prof.ssa Teresa Amabile, Emerita della loro Business School, esperta di psicologia, le cui ricerche si focalizzano proprio su come le persone vivono e si approcciano al pensionamento.

Certamente il pensionamento è una tappa fondamentale nella vita di ogni professionista, ma la decisione di ritirarsi dal mondo del lavoro non è mai semplice. Secondo questa ricerca dell’Harvard Business Review, ci sono tre principali questioni psicologiche che influenzano questa scelta: l’identità, il significato del lavoro e le relazioni interpersonali.

1. Identità Professionale e Personale – Per molti professionisti, la carriera è più di un semplice lavoro: è una parte integrante della loro identità. Personalmente conosco bene l’argomento per esperienza diretta! Passare dal lavoro alla pensione può sollevare profonde domande esistenziali. Chi sono senza il mio ruolo professionale? Cosa rappresento al di fuori del mio lavoro? Questi interrogativi possono essere destabilizzanti, soprattutto per coloro che hanno investito gran parte della loro vita nell’ambito professionale e non riescono ad immaginarsi in un contesto diverso.

2. Il valore del Lavoro – Molti professionisti esperti trovano difficile lasciare un lavoro che considerano significativo. La carriera non è solo un mezzo per guadagnarsi da vivere, ma rappresenta anche una fonte di realizzazione personale e di contributo alla società. Rinunciare a questo può sembrare una perdita di scopo e di valore, rendendo la transizione verso la pensione ancora più ardua.

3. Relazioni Interpersonali – Nel corso di una lunga carriera, si sviluppano relazioni forti e significative con colleghi, clienti e collaboratori. Il timore di perdere queste connessioni e contatti può rappresentare un altro ostacolo psicologico al pensionamento. La rete sociale costruita nel contesto lavorativo spesso fornisce supporto, amicizia e un senso di appartenenza che può essere difficile da sostituire una volta ritirati.

Ma quindi quale può essere la soluzione per vivere serenamente questo passaggio?

La ricerca della Harvard Business Review suggerisce che i leaders che sviluppano un’accurata consapevolezza di sé e delle proprie esigenze lavorative più capaci di affrontare queste barriere psicologiche.

Ecco alcuni passi pratici, individuati nelle mie ricerche web, che possono aiutare nella fase di transizione:

Auto-riflessione: Prendersi del tempo per riflettere su chi siamo al di fuori del lavoro può aiutare a mitigare i problemi di identità. Questo potrebbe includere esplorare nuovi hobby, interessi e passioni che possono dare un senso di realizzazione e scopo.

Pianificazione del post-pensionamento: Identificare attività e progetti che possano sostituire il significato trovato nel lavoro. Volontariato, consulenza, o iniziative imprenditoriali possono offrire nuove opportunità di contribuire e trovare soddisfazione.

Mantenimento delle relazioni: Pianificare in anticipo come mantenere le relazioni significative costruite durante la carriera. Questo potrebbe includere partecipare a gruppi professionali, organizzare incontri regolari con ex colleghi, o rimanere coinvolti in comunità professionali.

E se si ritiene necessario un supporto esterno so per certo che esistono coach specializzati proprio in questa fase della vita, come Caterina Lazzarini che ho avuto modo di conoscere.

Certamente la decisione di andare in pensione è complessa e profondamente personale. Aggiungo anche che, personalmente, credo (almeno per le generazioni che al momento si avvicinano a questo passo) sia anche affrontata diversamente da uomini e donne.

Secondo il web, i veri leaders riescono a sviluppare una comprensione profonda di chi sono e di ciò che il loro lavoro richiede, e pertanto sembrano più capaci di affrontare una transizione di successo verso questa nuova fase della vita. Il pensionamento non deve, quindi, essere visto come una fine, ma come un’opportunità per riscoprire se stessi e il proprio ruolo personale nel mondo.